Mafaldida & il matrimonio con il vestito bianco e affini.
9 Agosto 2016

La fuga, anzi l’elogio alla fuga è il libro che ora Mafaldida ha sempre nella borsa. Rubato da un salotto reggiano e ora fonte di riflessione.

In ognuno di noi c’è l’inquietudine della fuga, l’intollerenza dello spazio chiuso, del consueto. In ognuno di noi l’esploratore cerca di sopraffare il cittadino per portarlo in strada, via.

(Murales di Orgosolo)

Qualche pomeriggio fa mi trovavo su un bellissimo divano color biscotto. Di quelli di pelle, che non amo troppo soprattutto d’estate, e col mio solito curiosare ed aprire e leggere le prime pagine di ogni libro che mi capito sotto tiro ho iniziato a leggere. Si parlava di fuga. Allora devo confessare che nei primi istanti ero abbastanza scettica. Io nella mia estrema banalità ho sempre associato, in maniera inconscia, un’accezzione anche se non totalmente negativa, almeno con una nota di negatività. La fuga per la nostra cultura (borghese e bigotta, aggiungo io) è sinonimo letterare di girare i tacchi e scappare. Poi in realtà ripensando alla mia vita mi sono chiesta: ma tu quante volte sei scappata via?

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E ho iniziato a pensare. Allora diciamo che quello che sto per dire non è una scusa ne un alibi per le mie scelte, che si siano rivelate corrette o meno sono quelle che mi hanno portato ad essere la Giulia di ora, quella di Parma e via dicendo. Detto questo, dopo “aver tagliato il cielo a metà, incartato i sogni, rubato le stelle” posso dire che in realtà la fuga non vuol dire scappare ma semplicemente scegliere, scegliere di essere qualcosa di nuovo, diverso da quello che si è nel punto di partenza. Perchè dico questo? Perchè ripensando alle occasioni della mia vita in cui si può dire che sono fuggita, in realtà sono stati momenti in cui ho scelto di essere diversa da quello che ero, ho scelto di rimettermi in gioco, di puntare a nuovi obiettivi, diversi da quelli che sino ad allora avevo puntato. Ma non perchè ritenevo che quelli che avevo perseguito sino ad allora erano sbagliati, ma semplicemente non più adatti a me.

La mia prima fuga? A 18anni. Quando ho scelto dove iscrivermi all’università. Le mie compagne del liceo, scout e parrochia avevano scelto La Sapienza. Io la Luiss. L’ho scelto di pancia. Ad istinto. Sentivo che era giusta per me. Era la mia occasione per reinventarmi. Lontano da quella giulia che avevano tutti in mente. E così è stato. La seconda fuga a 21 anni. Quando ho conosciuto D.. Questa fuga si è conclusa il 13 gennaio 2010. Quando mi sono trasferita a Barcellona. La mia più grande catarsi. Una cosa D. ha sempre avuto ragione: Barecelona es mi ciudad, es la mejor cosa que nunca me paso en mi vida. Qui ho finito di sistemare l’armadio dei miei scheletri. Il cambio di stagione è durato circa 4anni. Si è tradotto in Penny e una 500piena di valigie. Un viaggio in nave con mio cugino.
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Poi non dimentichiamoci tutte le fughe sul lavoro: finito un progetto o semplicemente quando il lavoro non era più stimolante, ho messo un punto. Ho cercato altro. Che mi aiutasse a crescere.
La mia terza fuga importante è datata 13.10.2015: Parma. Dopo un anno di Roma ho detto ok, ora mi ricordo da cosa fuggivo nel 2010 e…voglio continuarlo a fare. Quindi appena mi si è presentata l’occasione ciaone a tutto a tutti, via.
Fuggire, scappare, voltare le spalle se fatto con raziocinio, che vuol dire essere cosciente di cosa si fa, lo si può fare a mio avviso sempre, non ha età ne controindicazioni da farmaco, anzi può essere una validissima cura. La consiglio.
Tutto questo per dire che io cari miei non ho smesso di fuggire 🙂 Io a 30 anni suonati sono nel pieno della fuga. La fuga è insita nell’essere umano. E’ sana. Rende felici. E’ sinonimo di evoluzione, no involuzione. Alla faccia di chi non pensa che la vera fuga è prendere un’aereo e andare a vivere in un altro stato. Secondo me la fuga, nell’accezione negativa, è quando ti pieghi a quello che gli altri si aspettano da te, dal tuo ruolo sociale e dalla tua età anagrafica. No grazie. A me piace la fuga in eccezione positiva e anche se non sono una grande sportiva mi piace correre via, alla forest gump, e anzi mi giro e vi faccio pure una smorfia. La mia. La paresi. (tiè)
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Mafaldida
Mafaldida
sono la giulia costa che nel web si aggira per i vicoli digitali col nome mafaldida.