Vi siete mai chieste il significato della parola Hipster, tanto usata ultimamente nella monda della moda per descrive quella corrente un pò radical chic un pò con lo sguardo agli anni ’80 e un pò vintage? Io si. Mi sono documentata e ho scoperto che la parola fu coniata negli anni ’40 e nasce per indicare gli appassionati di jazz, ed in particolar modo del genere be-bop. Si trattava in genere di ragazzi bianchi della classe media, che emulavano lo stile di vita dei jazzisti afroamericani. Questo tipo di sottocultura si ampliò rapidamente, assumendo nuove forme dopo la seconda guerra mondiale, quando al movimento si associò una fiorente scena letteraria. Jack Kerouac descrisse gli hipster degli anni quaranta come anime erranti portatrici di una speciale spiritualità. Fu però Norman Mailer a dare una definizione precisa del movimento. In un saggio intitolato Il bianco negro (1967), Mailer descrisse gli hipster come esistenzialisti americani, che vivevano la loro vita circondati dalla morte – annientati dalla guerra atomica o strangolati dal conformismo sociale – e che decidevano di «divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell’io».
Il termine è stato riattualizzato negli anni novanta e duemila e ora designa giovani, di classe medio-alta, istruiti e abitanti dei grandi centri urbani, che si interessano alla cultura alternativa (o presunta tale) – “non mainstream” – come l’indie rock, l’elettronica, i film d’autore e le tendenze culturali emergenti. Si professano ottimi conoscitori della lingua inglesee amano appropriarsi dei codici delle generazioni precedenti, ammantandosi di un caratteristico stile rétro. Si servono in negozi di abiti usati, mangiano preferibilmente cibo biologico, meglio se coltivato localmente, sono vegetariani o vegani, preferiscono bere birra locale (o prodotta in proprio) e amano girare in bicicletta. Spesso lavorano nel mondo dell’arte, della musica e della moda, e rifiutano i canoni estetici della cultura statunitense e anche la sessualità predefinita. Non vogliono essere catalogati e eludono l’attualità. Generalmente il termine hipster oggi è usato come dispregiativo, per identificare delle persone che hanno atteggiamenti atti a far sembrare di essere alternativi, ma che in realtà non sono, perché ripetuti da altre centinaia di persone come loro.
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« Gli hipster sono quelli che sogghignano quando dici che ti piacciono i Coldplay. Sono quelli che indossano t-shirt con citazioni tratte da film di cui non hai mai sentito parlare e sono gli unici negli Stati Uniti a pensare ancora che la Pabst Blue Ribbon sia un’ottima birra. Indossano cappelli da cowboy o baschi e tutto in loro è attentamente costruito per darti l’idea che non lo sia » |
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( Time, July 2009) |
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Si possono riconoscere da:
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The hipster ironic mustache |
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Lo stile Buddy Holly , gli occhiali con la montatura spessa nera, gli Wayfarer, e gli abiti in stile retró |
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Hipster triangles |
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Gli Hipsters sono spesso associati con il tipo di carattere Helvetica. |
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